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È LEI, LA REGINETTA DELLA PUGLIA

Aggiornamento: 13 gen 2020

Mi sono fatta un giro in Puglia. Non ho mai troppo amato l'Italia per l'avversione al sistema-Paese (così si dice ora, mi adeguo obtorto collo), ma niente mi toglierà la bellezza (s)confinata del nostro territorio. Così da un giorno all'altro, meglio dire da un'ora all'altra, prendo la mia macchina, la inserisco su BlaBlaCar e punto su Ostuni con un mitra carico di diesel. Salgono con me in macchina, prenotati in quattro e quattr'otto, una madre e sua figlia, che mi chiedono uno strappo a Molfetta dopo esser state rapinate in un ristorante aventino, a Roma; e un ufficiale di Marina, che per mera coincidenza è anche lui diretto a Molfetta. Lascio a casa i miei tre passeggeri e mi dirigo più a sud via mare. Mi attende la Suite della Masseria La Reginetta (contatti in fondo alla pagina), per toponomastica nel comune di Ceglie Messapica, per me "tra Ostuni, Martina Franca, Porto Cesareo, Monopoli, Lecce, Taranto e quant'altro". Tutto, generalizzo. Ossia, nell'esatto centro del tacco. Tra Adriatico e Ionio, tra alba e tramonto. Fate vobis.


Trullo Paradise, Masseria La Reginetta

La Reginetta è un insieme di trulli, uno più bello dell'altro, che Daniele e Daniela Branca acquistarono nel 2002 e ristrutturarono con l'arte della cultura e della dromomania. Entrambi - romani - hanno viaggiato il mondo e si occupano, tra l'altro, di import dalla Cina. Ciò li rende più sensibili alle esigenze del mondo, aperti alla cultura, al gusto, all'estetica, ma anche al rispetto di ogni luogo che visitano. In questo caso, che adottano o, meglio detto, da cui sono adottati. Perché - questo il turista non lo capisce, il viaggiatore lo sa - siamo sempre adottati dal territorio e dall'umanità che lo ha reso comprensibile, caregivers naturali.


Daniele e Daniela Branca, Gallipoli

La struttura è adagiata in piena campagna, su di una collina nella fiabesca Valle dei Trulli, cui l'esposizione panoramica dà accesso visivo e mentale, ma soprattutto emotivo e riflessivo. Nei vicini paesi, decine di piccoli e grandi ristoranti di ottima qualità, macellerie, arrosterie ed altro. A Ceglie Messapica, tra l'altro, si arriva e si legge il cartello grosso così: "CEGLIE MESSAPICA - Città della Scuola Internazionale di Gastronomia" (insomma, Ostuni è "bella", Ceglie è "buona", scrive Paolo Marchi, giornalista de Il Giornale e Identità Golose). Infatti, nell'ex convento del centro storico, è accolto il Centro di gastronomia mediterranea intitolato ad Angelo Ricci (Med Cooking School), con master per chi esce dall'alberghiero e molto altro in tutti i periodi dell'anno. Tra i 20.000 abitanti cegliesi, ci sono i miglior chef stellati del mondo, in numero maggiore di qualunque altro posto.


Io, che qui voglio consigliare almeno un posto per il palato, scelgo un'osteria nascosta nella campagna, dove i proprietari Daniele e Daniela mi hanno portato: l'Osteria Da Micchio, nella località Pescarosa, piccola anzi minuscola contrada di Cisternino. Cucina casareccia, all'interno mura piene di dediche, pochi cliché.


Osteria Da Micchio, Contrada Pescarosa (Cisternino)

Visto? Ora scordatevelo. Se vi piace il mojito, se volete far la passeggiata con borsa cool, se volete una nouvelle cuisine da palati fini. Scordatevi quest'osteria se volete lo struscio sul corso, se preferite il bianco di Ostuni a quello di Pescarosa, se state in pena per le zanzare, i cinghiali, il silenzio, se non volete perdervi per la campagna, se volete trascorrere la serata nel dinamico trend dello scroll up-scroll down sui cellulari. Perché qui non prendono.


Non è il posto dove vorrà andare il fashionblogger o l'amante del Riccardo Caffè di Ostuni. Lì si trova solo gente come me, e come i Branca.

E, a proposito di internet, sì, alla Reginetta c'è, ma solo perché è altamente indispensabile collocarsi sui motori di ricerca come "wireless free". In realtà, ci sono connessioni e connessioni, ed invito a ricercare quella giusta: di antenne siamo stati dotati sin dall'era primitiva, sin da quando eravamo scimmie, e con quelle abbiamo sempre saputo cacciare, mangiare, bere e, soprattutto, catturare i momenti più belli. E se il cellulare non prende, è perché prende qualcos'altro: la mente. E un libro.


Martina Franca

A pochi chilometri dalla Reginetta, il più noto campo da golf della zona, con 18 buche. E, a centinaia di metri, la pista ciclabile e panoramica della Via dell'Acqua, che si snoda per decine di chilometri; un vicino maneggio consente di far passeggiate a cavallo, anche sulla spiaggia. Ossia: bellissime ed interminabili distese di sabbia finissima o roccia, a scelta, sul Mar Jonio (a 30 chilometri) o sul Mar Adriatico (a 15 chilometri). Voilà, una veloce galleria, qui sotto, delle mie foto Dromobility nel mio nomadismo marittimo, cominciando dalla vicinissima Polignano a Mare, pr proseguire con la Grotta della Poesia, Torre Lapillo, Porto Cesareo, il lido Samanà a Punta Prosciutto (la mia scelta), Leuca (consiglio vivamente il Lido Marinelli) e la punta più a sud del tacco, oltre la quale si va solo... a Nord.


A pochissimi minuti dalla masseria, il gioiello di Ostuni, la città bianca. Per gli amanti dei trulli a tutto tondo, Alberobello. Nella zona, ad agosto il Festival della Taranta, che raduna gente da tutto il mondo. Mercatini dell'antiquariato nella barocca Martina Franca, dove si tiene anche il Festival internazionale di musica lirica, sinfonica, classica, ma anche jazz ed altro. E infatti è qui che conosco Christian Bevilacqua, musicista di Castellaneta che vive a Martina. Ecco il nostro primo incontro:



Il trullo che dà il nome alla masseria, La Reginetta, risale ai primi del '700, completamente restaurato da esperti "mastri trullari" guidati dal noto architetto Aldo de' Grossi che ne ha mantenuto invariata la tipologia e la struttura, pur inserendovi i più elevati canoni del confort con un elegante e prestigioso arredamento, nel contempo totalmente sintonico con l'idea di trullo.



Dirò la verità: è la seconda volta che torno. Lo scorso anno ero ospite al Trullo "Paradise", di una bellezza oltrenatura. Dove il mio silenzio si scontrava con il silenzio del mondo, interrotto solo dall'abbaiare dei cani o dall'invito a cenare. Interrotto solo dalle mie scorribande solitarie tra Monopoli, Mattinata, Alberobello, trulli, trulli, trulli. Interrotto solo da me. Interrotto solo da un indelicato sms che mi arrivò nell'unico momento in cui il cellulare prendeva: dannata connessione.

Dormivo qui, anzi, qui sognavo:



Mi sono dedicata, nel 2017, alla parte adriatica per preferire, quest'anno, quella ionica, fino a spingermi - dopo una visita alle Saline dei Monaci per i i fenicotteri e alla pineta di Castellaneta e Ginosa, la Matera pugliese dimenticata - in Basilicata, quasi a Matera (per la quale mi riservo), a bere un rosé Negramaro allo Sciumékafé di Bernalda. Mi racconta la storia uno dei proprietari dello storico bar di famiglia, Enzo Madio: Sciumé deriva dal soprannome dato al nonno dagli stranieri, shoesmaker, ossia calzolaio. E tale il nome è rimasto, sulla via principale di questo piccolo centro lucano.


Enzo Madio, Sciumékafé, Bernalda

Tornando in Puglia, tornando ad esser regina della Reginetta. La struttura si compone di più trulli, ognuno dei quali ha un nome ed una tipologia a sé. Eccoli.

  • Il Trullo "Reginetta", di 160 metri quadrati. è formato da 2 ampie camere da letto matrimoniali, più una terza con due letti singoli ed antico camino, un salottino, due bagni di cui uno con vasca, un elegante salone, una grande cucina completamente attrezzata con camino. Affaccia su un patio coperto con mobili di alto design e su di una grande e panoramica terrazza arredata con poltrone e tavoli per 18 persone.

  • Il Trullo "Paradise" è un gioiello dell'architettura a secco dei primi del '700. Può ospitare dalle sei alle otto persone in maniera confortevole; nella grande stanza da letto (40 metri quadrati) vi è un letto king size matrimoniale, un salottino privato con affaccio sulla Valle d'Itria e un bagno en suite. Un'altra grande stanza ha due letti singoli ed un elegante e ampio bagno en suite. Finisce la composizione un trullo con due alcove matrimoniali e un bagno en suite. Presente la grande, modernissima cucina full optional (frigo, forno, forno microonde, caffettiera Nespresso, lavastoviglie, lavatrice). Un grande patio di 60 metri quadrati, attrezzato per grandi cene, si apre su uno splendido giardino panoramico con piante autoctone. BBQ, gazebo, tavolo da ping pong e piscina panoramica completano la proprietà.

  • La Lamia "Magic" è immersa tra gli ulivi, offre una camera da letto con letto matrimoniale e con bagno en suite. Ha un grande camino. Oltre ai confort standard, offre una cucina con credenza e grande frigo; all'esterno un ampio patio di 30 metri quadrati con chaise longue e grande tavolo da pranzo per 6 persone.

  • La Lamia "Delightful" ha due spaziose camere da letto di cui una matrimoniale con bagno en suite, l'altra con 2 letti singoli a una piazza e mezzo con armadio doppia stagione; un salone con divano (che può diventare divano-letto) ed il camino, un tavolo da pranzo per 6 persone, un angolo cottura attrezzato ed elegante.

Ad onor definitorio, la lamia è una copertura a volta molto ribassata, tipica di case rustiche dell’Italia meridionale, specialmente della Puglia, qualcosa di simile al trullo. Per la definizione, si rimanda al testo “Ripari trulliformi in pietra a secco nel Salento” (Progeca, Tricase, 2007).

L'autore Francesco Calò scrive: «Le costruzioni trulliformi utilizzate come veri e propri ripari di campagna sono particolarmente diffuse a sud, nel basso Salento, lungo le fasce costiere. Sono ripari stagionali costruiti interamente a secco», precisando che «un’evoluzione dei ripari trulliformi sono le “caseddhe” e le “liàme”, costruzioni in pietra a secco e a pianta quadrangolare, sempre rustiche, ma più stabili e più comode sul campo. Le prime, poco diffuse, hanno una copertura risolta a due spioventi di tegole di terracotta».

Nel capitolo “Etimologia dei termini”, egli chiarisce specificamente termini come “pagliaro” o “pagghiara” e “pagghiarune”; “trullo” (sinonimo di “tholos”), o “truddhu” o “chipuru”, o “furnu” e “furneddhu”; “casella” o “caseddha” o “liàma” o “lamia”.


Gli ospiti della Reginetta hanno a disposizione uno spazio privato per ogni alloggio, tra cui: gli spazi sotto le tettoie, la terrazza panoramica da 100 metri quadrati, tutti gli spazi in comune - circa 2 ettari di terreno con alberi da frutto (cachi, ciliegi, fichi, mandorli, prugni e mele cotogne) che possono raccogliere liberamente -, una piscina con solarium e grande gazebo con tavolo frontepiscina. La discreta presenza dei proprietari è di supporto per qualsiasi evenienza ed esigenza. Su richiesta e con prenotazione sono messi a disposizione cuoco, baby-sitter, pulizie giornaliere, massaggi olistici, lezioni di yoga, lezioni di ginnastica posturale, e mountain bike e bici elettriche per escursioni nella Ciclovia dell'Acqua, lunga più di 50 chilometri. che attraversa la fiabesca valle dei Trulli, la Valle d'Itria.


La mia panoramica dei trulli della Masseria nello slideshow che segue:


Federico II disse: "È evidente che il Dio degli Ebrei non ha conosciuto l’Apulia e la Capitanata, altrimenti non avrebbe dato al suo popolo la Palestina come Terra Promessa".

E George Berkeley della Puglia affermava: "Ho visto le città più belle del mondo". Non so se ciò è corretto. Ne ho viste molte di città, troppe ne vedrò, se Dio vuole fino all'ultima. Belle e brutte, vanno viste tutte. È così che io studio l'umanità. Per la Puglia, la centralità di questa Masseria, la cordialità e cultura dei proprietari, i profumi di un luogo che è più arabo e normanno che non italiano, il sapore dei cachi, i colori del tramonto, la bellezza degli interni, l'eleganza nella semplicità, mi danno la forza non umile di consigliarla. Villaggi collinari dal caratteristico intonaco bianco, campagna dal sapore antico, centinaia di chilometri di costa mediterranea rinforzano il suggerimento.


Mettiamola così: questo pugliese è l'unico tacco che posso indossare. E, se da Leuca, l'Italia mi calpesta, ebbene, ci sono abituata, ci siamo abituati: l'Italia calpesta. Almeno, qui, una boccata di iodio e la Grotta del Diavolo dove Telemaco cercò Ulisse, attraversando la porta degli inferi. Ed io che, prima d'oggi, pensavo di averla già attraversata.


Altre foto su https://www.dromobility.com/fotoreportage. In continuo aggiornamento. Arrivano foto su foto e, in https://www.dromobility.com/video, i video reportage. Uno dopo l'altro. Consegnati in posta elettronica su iscrizione alla mailing list.



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